Sono già passate due settimane dalle elezioni. Al momento non sembra
siano stati trovati accordi di alcun tipo per la formazione di un
governo. La complicata composizione del Parlamento uscita dalle urne
certo non facilita molto la situazione. Abbiamo davanti tre schieramenti
(una coalizione e due partiti guidati da un leader) molto distanti tra
loro:
- Il Partito Democratico, oltre ad essere poco coeso, non riesce a dare
dinamicità al suo operare, e neanche alla sua struttura sia in ambito
gerarchico che comunicativo.
- il Movimento 5 Stelle, la nuova compagine nel
panorama politico italiano, sembra non ancora preparata a fare politica
(intesa come gestione della cosa pubblica nell'interesse generale)
perchè appena giunta in Parlamento, e per il momento continua,
attraverso i suoi portavoce, a ripetere gli slogan che hanno fatto il
suo successo nelle piazze.
- Il Popolo della Libertà di Berlusconi, testimonianza
di un congenito deficit cognitivo nei nostri compatrioti (almeno di
quelli che hanno a cuore il futuro del paese ndr), dopo aver promesso
condoni tombali e restituzioni dell'IMU per strappare voti ai più
sprovveduti, ora risulta disinteressarsi alla scena politica nazionale
ed è sintonizzata esclusivamente sui problemi giuridici del suo
padre-padrone.
Intanto il Paese continua a vivere nell'incertezza, il
resto del mondo è sempre più perplesso sulle effettive capacità
dell'Italia, le agenzie di rating ci declassano (anche se sulle agenzie
di rating ci sarebbe molto da dire..). Sulla stampa internazionale, dopo
una serie di commenti negativi nell'immediato dei risultati delle
votazioni, le indiscrezioni sul Conclave hanno preso il posto dei commenti
sulla esasperante scena politica nazionale per quanto riguarda le
notizie dalla penisola.
L'entrata del M5S in Parlamento,
testimonianza del diffuso malcontento popolare più che nuova forza
politica, costringerà i vecchi partiti a fare le riforme necessarie al
Paese? Considerato che già dalla sua fondazione una delle prerogative del
Movimento è lo sbarazzarsi dei vecchi partiti (inteso come di un vecchio
modo di fare politica), sembra difficile prevedere
accordi con il PD, l'unica altra forza in Parlamento disponibile e interessata a fare
riforme. Un patto PD-PdL sarebbe il suicidio del PD e spero che
qualcuno con un briciolo di buonsenso sia ancora in carica nel centro
sinistra. Un altro governo tecnico potrebbe portarci alle prossime
elezioni? Forse potrebbe essere una soluzione, ma chi si prende la responsabilità? E l'ostruzionismo di M5S e
PdL (entrambi, per motivi diversi, prevedibilmente farebbero fronte per
boicottare riforme considerate troppo blande o troppo dure, a seconda
dei punti di vista ndr) permetterà di raggiungere dei risultati significativi?
aggiornamento delle 21:18
Nel pomeriggio erano circolate voci di una possibile apertura all'allenza con il PD, ma un capogruppo del M5S in serata ha
dichiarato "non siamo la stampella dei democratici". Grillo ha detto
"se votano la fiducia lascio la politica" (ultimatum
più da capo assoluto di un
manipolo di automi che da portavoce di un gruppo di individui..)
da la Repubblica * on line
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